
PERCHE’ MI SENTO IN COLPA QUANDO MANGIO?
1 Dicembre 2023
L’ansia è una emozione adattiva che ha lo scopo di prevedere e prepararci ad affrontare situazioni di potenziale pericolo. Sentirsi in ansia può spingere una persona a prepararsi meglio per un importante colloquio di lavoro o a prendere maggiori precauzioni se sta partendo per un viaggio in un posto che non conosce. Di fatto provare ansia è normale ed utile, sarebbe pericoloso eliminarla del tutto dalla nostra vita.
Ma quando l’ansia diventa troppo frequente e troppo intensa, allora diventa un disturbo psicologico molto debilitante. La lotta quotidiana per il suo contenimento diventa un’esperienza soverchiante, e l’ansia si associa a situazioni quotidiane che la maggior parte delle persone affronta con semplicità.
Le persone che soffrono di ansia possono provare in maniera intensa, persistente e frequente:
- mancanza d’aria
- tremori
- vampate di calore
- batticuore
- formicolio
- intorpidimento
- difficoltà a rilassarsi
- difficoltà a concentrarsi o scarsa attenzione
- irritabilità
- agitazione
- paura di perdere il controllo
- paura che possa succedere qualcosa di brutto
- paura di morire
- sentirsi svenire
- sentirsi bloccati
- dolori intestinali o di stomaco
- sentirsi spaventati, impauriti, terrorizzati
I disturbi d’ansia possono riguardare le quotidiane relazioni sociali, spazi ampi o angusti, posti affollati, parlare in pubblico, varie situazioni in cui è richiesta una performance (ad es. esami o progetti), malattie e salute, pensieri intrusivi. Le preoccupazioni possono riguardare una varietà di situazioni in cui è presente un certo grado di incertezza e/o le proprie risorse vengono percepite come inadeguate ad affrontare l’evento temuto o il verificarsi dell’ipotesi peggiore.
L’ansia clinica tende a interferire con il funzionamento della persona nel lavoro, nella vita sociale e ricreativa, nelle relazioni famigliari e in altre attività quotidiane. Inoltre spesso le preoccupazioni si propagano da una situazione o un oggetto in particolare ad un più ampio spettro di situazioni, compiti, oggetti, persone. Lo stile di pensiero si modifica ed è volto a presumere che le minacce più gravi siano più probabili di quello che sono in realtà. La persona inizia ad evitare qualsiasi cosa possa scatenare l’ansia nel tentativo di ridurla.
La terapia cognitivo comportamentale ha dimostrato, in base alle ricerche scientifiche, di poter migliorare lo stato d’ansia anche se questo si è protratto e rinforzato nel corso degli anni. il presupposto della terapia cognitivo comportamentale è che si possano gestire emozioni disfunzionali, come un’ansia eccessiva, lavorando sui pensieri, le convinzioni e gli atteggiamenti associati all’emozione. È un intervento breve, basato sulla comunicazione verbale che utilizza il ragionamento logico, l’assegnazione di compiti comportamentali, il lavoro sui processi mentali e varie tecniche somatiche.
Ogni articolo del blog è stato scritto a scopo divulgativo, per questo motivo gli argomenti potrebbero essere stati trattati in modo non esaustivo. Ricorda che ogni individuo è unico e che nulla può sostituirsi al confronto diretto con un professionista.